Il fatto curioso, però, è notare come la concezione della scuola pubblica tenda sempre più verso il modello di un parcheggio a basso costo per la prole, facendola magari divertire, che verso quello di un luogo in cui i nostri figli imparano a conoscere persone, cose, idee e a stare in mezzo agli altri.
Anche se sono alla terza iscrizione alla scuola dell’infanzia, e dovrei aver fatto il callo a certe aberrazioni, non considero le storture meno gravi.
Così si può scoprire che, ad esempio, a Milano, i punteggi favoriscono le famiglie con un solo figlio e due genitori che lavorano, rispetto a quelle in cui un solo genitore lavora ma i figli sono tre.
Con tutto il rispetto per le coppie in cui padre e madre lavorano fuori casa, a quanto pare, dalle nostre parti, solo le famiglie con almeno quattro figli meritano un genitore a tempo pieno per i primi anni di vita dei bambini e il diritto ad un posto nell’asilo di zona senza l’assillo della graduatoria. Forse qualcuno è rimasto alla concezione del lavoro casalingo e del ruolo della madre da pubblicità anni ’80, in cui le “casalinghe” facevano shopping nel quadrilatero della moda con sei chihuahua al guinzaglio mentre, il marito al lavoro, la servitù si occupava di casa e bambini.
Logicamente, in quest’ottica, la graduatoria penalizza relativamente i figli di due disoccupati, i quali hanno tutto il tempo di spupazzarsi il bambino con calma: in questo caso, a che serve la scuola?
Però avrei dovuto immaginare che saremmo arrivati a questo punto. Dopo tutto, questo è un paese in cui, spesso, i genitori considerano 20 euro un esborso normale per ricaricare il cellulare di un ragazzino, ma eccessivo per acquistare un libro. O trovano naturale spendere 50 euro in baby sitter se decidono di uscire a cena, ma considerano un furto pagare la stessa somma per un’ora di lezione privata di greco, latino o matematica se un figlio ha bisogno di aiuto nello studio. Perché, semplicemente, imparare, sapere non hanno valore.
Quindi, perché non cominciare a smantellare l’edificio dalle fondamenta? Dopo tutto, potrebbe essere uno dei rari casi in cui la politica si dimostra reattiva ad interpretare i segnali che giungono dalla “società civile”.
Ciao, sono arrivata sul tuo blog da varie parti (tra cui il blog di Mamma in 3D) e ci trovo l'argomento del giorno a casa mia. Perché noi siamo di quelli che non spendono in baby sitter o cellulari, ma in libri e riviste specializzate. Siamo di quelli che non gliene frega niente della graduatoria perché non c'è niente per cui entrarci (non abbiamo un nido comunale), ma ci siamo anche molto arrabbiati per una ridicola ordinanza comunale che garantiva un sussidio per il nido a chi avesse un reddito ISEE inferiore agli 8000 euro (inutile dire che quei soldi non li ha reclamati nessuno e se li è intascati il comune).
RispondiEliminaPerché mi sembra ridicolo e tragico che i miei figli debbano imparare a leggere da persone "di ruolo" che non sanno usare il congiuntivo, mentre la maggior parte dei bravi insegnanti che conosco sono precari.
Pensare alla scuola mi deprime. Molto di più di quando ci andavo io e contavo i giorni che mi separavano dalle vacanze.
...e qui in spagna danno un'aiuto economico alle madri lavoratrici con figli sotto i 3 anni. a parte il fatto che, se una madre lavora, è probabile che arrivino due stipendi (però è anche vero che devono pagare l'asilo o la baby sitter), ma quest'aiuto è offerto alle famiglie che abbiano un reddito complessivo (padre+madre) di 20.000 euro annui. e il numero dei figli non conta. L'aiuto economico oscilla tra i 100 e i 150 euro mensili.
RispondiEliminada notare che si offre anche un aiuto per l'affitto a giovani lavoratori tra i 22 e i 30 anni. il requisito di stipendio da compiere è non guadagnare più di 22000 euro annui. DA SOLI. L'aiuto? 210 euro al mese.
A quanto pare la testa in questi paesi non esiste.
sì, bisogna smantellare l'edificio dalle fondamenta....
Sto per chiedere l'iscrizione al comunale per i miei due bambini. Anche se so che nel caso ci prendessero godremmo di molti vantaggi (logistici, economici) non sono per niente sicura della mia scelta. E leggere post come questo mi lasciano ancora più inquieta.
RispondiEliminaLanterna: benvenuta! Non so cosa dirti... è vero che la preparazione di alcuni insegnanti lascia un po' a desiderare, e che adesso i giovani che intraprendono la strada dell'insegnamento sano a cosa vano incontro e spesso sono motivati e appassionati, e purtroppo precari. Però la mia esperienza personale, quella di mia moglie e dei bambini è di aver avuto insegnanti ottimi. Sarà stata fortuna, ma per me gli insegnanti sono la colonna che sostiene la scuola.
RispondiEliminaMaggie: ciao. L'edificio lo stanno demolendo loro, una picconata alla volta. A me basterebbe che tutti i bambini e ragazzi potessero avere la scuola che ho conosciuto io, ma certo si può provare a migliorarla, dalle fondamenta. La tua esperienza spagnola non mi consola per niente, purtroppo.
M di MS: ciao. Come dicevo a Lanterna, sono contento dell'esperienza dal punto di vista degli insegnanti e dei compagni, della scuola, insomma. E' quando ci si scontra con la burocrazia e la politica che nascono i problemi. Ma, come ho scritto, forse riceviamo quello che la maggioranza chiede.
...ahhh, ma come ho scritto "un aiuto"???
RispondiEliminaorrore!!e proprio parlando di cultura!!!! lo spagnolo fa queste brutture su una persona italiana (in spagnolo "aiuto" è femminile!!:)
Ciao Do minore, io vivo in un paesone a ridosso di Bologna e qui la situazione è così: per entrare in gradatoria devi esibire l'Isee, per forza, altrimenti finisci in fondo a tutti. Ora, essendo io senza lavoro e con due figli, ci è andata "bene", pensa un po', perché la nostra Isee è calata talmente tanto che Matteo è stato preso al nido con tariffa agevolata, ma parlavo proprio oggi con una mamma di 4 figli, che non ha presentato l'Isee per una questione di principio (il marito è un'industriale) e loro pagano tariffa piena per tutti e 4 i figli, che magari è vero che lo stipendio è alto, ma insomma non è che 4 figli maschi costino nulla eh!
RispondiEliminaUn saluto
Angela
Angela: l'Isee mi è spesso parso più uno strumento per ficcanasare che per ottenere l'equità sociale. Ma il punto, comunque è un altro: la scuola non è un parcheggio o un servizio sociale per i meno fortunati economicamente. L'esperienza della crescita insieme ad altri bambini e l'istruzione sono necessarie a tutti i bambini, e permettere una ragionevole gestione della logistica per le famiglie con più figli è indispensabile. Ciao.
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