mercoledì 27 gennaio 2010

Gente che cambia il mondo sul serio

Le persone che cambiano davvero in meglio la vita e la storia di intere popolazioni ogni tanto passano anche a Milano e credo che molti Milanesi siano orgogliosi di ospitarle.

Un grande sogno che si fa progetto: liberare il mondo dalla povertà.

Il primo febbraio, al teatro Dal Verme, parlerà Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace, fondatore della banca Grameen, che ha introdotto il microcredito per le donne, liberando migliaia di famiglie dalla povertà in Bangladesh.

L’idea di prestare piccole somme, sufficienti ad avviare un’attività economica autonoma, alle donne del Bangladesh, contando sulla loro capacità di lavorare e di conciliare la vita professionale con quella familiare, e sulla loro volontà di onorare il debito, anche grazie a informali gruppi di solidarietà che in caso di necessità aiutano a restituire i prestiti puntualmente e con orgoglio, è geniale e rivoluzionaria. E dimostra che, in alcuni contesti di estrema difficoltà, sostituire il criterio della solvibilità con quello della fiducia può portare a grandi risultati.
Per inciso, prestare altrettanto denaro agli uomini non avrebbe sortito gli stessi effetti benefici, perché i profitti realizzati dalle donne sono tipicamente utilizzati per il sostentamento delle famiglie, mentre gli uomini rischiano di sperperare buona parte dei loro guadagni.

L’ammirazione che nutro per Yunus è enorme ed è un bene che il suo entusiasmo, il suo spirito costruttivo, la sua capacità di progettare e fare crescere una realtà solida e concreta stiano trovando una sponda anche in alcuni protagonisti dell’economia mondiale, a cominciare da Franck Riboud della Danone.

Il business sociale esiste ed è qui. Dopo “Il banchiere dei poveri”, una lettura e una riflessione consigliabili a tutti.

4 commenti:

  1. Quello che mi colpisce di questa storia è: il microcredito avrebbe successo anche in Italia? Nel senso: io ho ricevuto l'equivalente di un microcredito. Una banca che non mi conosceva mi ha fatto un prestito sull'onore, rimborsabile a partire da due anni dopo e per 4 anni, per permettermi di frequentare un master. Hanno investito su di me, sperando che il master mi aiutasse a trovare un buon lavoro, e io ho restituito fino all'ultimo centesimo. E sono diventata una cliente fedele, che consiglia a molti la sua banca.
    Poi però mi sono ritrovata a lavorare gomito a gomito con un call center che faceva recupero crediti: sono veramente tanti quelli che chiedono un prestito per i motivi più stupidi (non per necessità) e non lo onorano fino in fondo. La sensazione è che non se ne vergognino, anzi, che si sentano furbi.

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  2. Lanterna: ciao. Sono d'accordo con te. Secondo me in Italia non avrebbe molto successo perché, in un'ampia parte della popolazione (non in tutti, per fortuna) manca completamente l'idea che mantenere la parola data, rispettare gli obblighi che ci si assume abbia un valore in sé e possa essere motivo di orgoglio e dimostrazione di dignità. Che sia per scarsa consapevolezza o per desiderio di fare i furbi, poco importa. L'incapacità di provare vergogna è un problema grave.

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  3. Grazie del consiglio... forse per l'Italia è presto, ma da qualche parte bisogna pur iniziare per cambiare modo di pensare e agire. Io sono ottimista per natura... speriamo!

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  4. Renata: la banca Grameen, che pure ha fatto un gran bene al Bangladesh, dopo qualche anno ha cominciato ad essere criticata. Come in tutte le cose, la perfezione non esiste. Giusto essere ottimisti e cominciare da qualche parte!

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Online dal 10 aprile 2009