lunedì 7 settembre 2009

Tutto 2.0

Sono blogger da poco e non sono una mamma. Come credenziale posso tuttavia vantare una moglie mamma blogger, che mi ha coinvolto in questa esperienza e con cui spesso mi trovo ad analizzare le implicazioni e la portata del fenomeno.
Non amo le etichette, in generale, quindi fatico a considerarmi un daddy-blogger. Sono un uomo, che condivide con lo strumento del blog alcuni pensieri, a volte sulla paternità, a volte su altri argomenti, e che apprezza la possibilità di discutere alla pari e in modo disinteressato con altre persone.

La querelle sulle mamme 2.0 ha suscitato in me più di una perplessità, perché fatico a mettere a fuoco i reali termini della questione.

Sono molto colpito dal dilagare del suffisso 2.0, ormai secondo me abusato.
Dopo la realtà virtuale, quasi qualunque esperienza del mondo fisico è stata arricchita di una parte digitale interattiva e self-generated.
Ciò può dare a molti l’illusione del controllo, ma temo non sia così.

Spesso il controllo è nelle mani di qualcun altro, che non sempre ce lo dice esplicitamente.
Un esempio: i commenti ai libri che leggo su amazon.com sono utili guide nella scelta delle letture e, statisticamente, disinteressati.
Ma se fossero gli editori a invitare gruppi di lettori potenzialmente influenti con il loro passaparola a commentare i libri sul web, la cosa potrebbe risultare un po’ sospetta. O no?

Se l’interattività dev’essere fornire idee, contenuti e massa critica a qualcuno che le sfrutti a fini propri con il pretesto di scoprire l’acqua calda (come lo scambio di vestitini e le “amicizie” via Internet) o di fornire “visibilità” solo perché ha un nome o un marchio popolari, capaci di attrarre la gente, non sono sicuro che sia positiva.
Si tratta del vecchio principio della televisione commerciale: aggrego un pubblico numeroso e lo vendo al migliore offerente, per vari scopi.

In un simile contesto, i benefici non ricadrebbero su tutti, ma solo sui pochi attori che presidiano gli snodi critici della catena (della comunicazione? Del valore?).

Ho un’idea diversa dell’interazione non commerciale e non propagandistica su Internet.
Mi aspetterei come minimo di essere informato su quali siano gli scopi per cui le idee e i contenuti generati e postati possono essere utilizzati, e da chi.
Infatti i contenuti, benché condivisibili, rimangono proprietà di chi li genera, che non dovrebbe essere espropriato dei diritti di sfruttamento economico, intellettuale e di immagine delle proprie idee. Non a caso su questi temi, mascherati in vario modo, il dibattito si infiamma.

La popolarità di Beppe Grillo sul web è enorme, ma anche le mamme blogger hanno attirato grande attenzione mediatica. Non è così scontato che siano le seconde nel loro complesso a beneficiare della visibilità del primo, anzi.
E non credo sia solo un problema di copyright sul nome di mamme 2.0.

Se vi fosse qualche iniziativa imprenditoriale a carattere informativo o di servizio per le mamme, Grillo potrebbe farle indirettamente pubblicità, ma questo non significa che sarebbe necessariamente l’intero mondo delle mamme blogger a beneficiarne, bensì, primariamente, solo chi gestisse una simile attività.
Intendiamoci: sono un accanito sostenitore delle iniziative imprenditoriali e di un capitalismo corretto e responsabile, quindi non trovo nulla di sbagliato nel guadagnare grazie a Internet. Al contrario, queste cose mi interessano moltissimo. Magari si riuscisse a usare la rete per ottenere prodotti e servizi migliori e innovativi rispetto a quelli del mondo reale e del web 1.0!
Solo, stante il fair play che di solito vige fra blogger, se questo fosse il caso, sarebbe opportuno saperlo.

Sui blog si può scrivere quello che si vuole. Ci si può anche lavorare. Basta che sia tutto spiegato chiaramente. Non vorrei trovarmi a pensare di scambiare idee con una persona e poi scoprire che sto regalando idee di marketing o sviluppo ad una azienda, o che mi sto prestando ad una pubblicità occulta.

Mi piacerebbe, invece, pensare che gli utilizzatori del web potessero relazionarsi con gli attori economici, giustamente orientati al profitto, in maniera costruttiva ma critica, magari orientando le scelte dei prodotti e servizi da realizzare e i modi in cui realizzarli, ed esplicitando eventuali conflitti di interesse.

Sarà l’italico vizio del sospetto, ma alcune situazioni mi lasciano alquanto perplesso. E l’uscita di Grillo, che pure ha condotto alcune battaglie apprezzabili e condivisibili, accresce i miei dubbi.

7 commenti:

  1. Questa inziativa di Grillo puzza di bruciato, stiamo attente. E poi spesso mi è anche capitato di chiedermi chi ci sia dietro la formazione di gruppi su Facebook. Chiunque può inventarsene uno e iniziare a collezionare contatti e informazioni sugli altri, volendo, senza essere onesto.

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  2. Non voglio commentare la buona fede o meno dell'operazione Grillo-mamme.
    Parlo di qualcosa che so, che conosco molto bene e che quindi, credo, possa avere un importanza quanto meno oggettiva. Mi riferisco al passo del tuo blog dove parli di editori e dei commenti ai libri che trovi in internet (un sito in tal senso è sicuramente anobii): è un dato di fatto assolutamente acclarato che gli editori usino internet e i blogger "autorevoli" per veicolare recensioni mascherate da commento. E questo, in sé, non sarebbe nemmeno il male assoluto, se il blogger fosse onesto e dicesse (se così fosse) che il libro in questione fa, ad esempio, schifo.
    E' altrettanto chiaro (basta girare un po' nei blog e osservare) che attualmente in Italia, escluso qualche raro caso, il mondo blogger è appetibile solo ed esclusivamente in chiave marketing. A mio avviso è ancora del tutto iniziale l'utilizzo italiano di internet come intelligenza comune, come luogo di sviluppo di relazioni e condivisioni orizzontali. Sempre parlando di editoria, gli editori guardano con molto interesse a questo mondo, lo scandagliano per cogliere segnali e/o possibili linee di tendenza e di interesse per i loro prodotti (presto uscirà un libro proprio su anobii). E, ripeto, queste ricerche marketing soft non hanno nulla di negativo in assoluto ma dimentichiamoci, almeno per il momento, che possa esserci un riconoscimento di merito o di qualche "diritto" se certe idee di marketing vengono raccolte e poi utilizzate.
    Insomma, per me c'è molto da stare con gli occhi aperti e coltivare un sano e critico scetticismo.
    ciao

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  3. M di MS: senza bisogno di pensare necessariamente a disonestà e puzza di bruciato, basta cercare un po' di chiarezza in più.

    Desian: sono d'accordo con te, ma preciso meglio tre punti del post.
    Primo, sul discorso del marketing, non c'è nulla di male in sè nel fatto che qualcuno possa utilizzare Internet, i blog o altro per finalità commerciali, sondando il mercato, ma secondo me a volte serve maggiore chiarezza, basta dire che certi commenti (positivi o negativi) o certe iniziative che riguardano il prodotto XYZ potrebbero essere influenzati dal fatto che chi li scrive lavori per l'azienda che lo vende.
    Secondo, per quanto riguarda lo "sfruttamento" dei diritti, è ovvio che mettere dei contenuti in rete significhi perderne il controllo in un certo senso; il tema è delicato, però per lo meno chi sfrutta i contenuti dovrebbe farlo in modo il più possibile rispettoso e fedele delle intenzioni dell'autore. E' anche a questo che alludevo con lo sfruttamento "intellettuale e di immagine", non solo agli aspetti economici.
    Terzo, l'interazione alla pari è una grande opportunità e lasciar cadere la possibilità di utilizzarla al meglio è un peccato. Se non ci si prova ora, con uno strumento giovane che sta maturando, a fare qualche cosa di sganciato da logiche vecchie, quando?

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  4. caro do minore, non ho commentato finora il tuo post sul blog cafè perchè è così denso di riflessioni che non volevo rischiare di fare commenti scemi - e poi perchè non posso negare di aver avuto due giorni molto difficili! passo però volentieri di qui a ringraziarti moltissimo per il contributo. e a risentirci presto
    Flavia

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  5. Solo adesso mi sono accorta di questo post ben fatto (o ben scritto) che esprime esattamente il mio pensiero e credo quello di molti. Bravo!

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  6. ho scritto un post su questo argomento (http://lisa2007.splinder.com/post/21502281/BUZZ+MARKETING%3F+REGOLAMENTIAMO) , con idee simili, e tua moglie mi ha rimandato al tuo :)... molto ben detto!

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  7. Flavia: grazie e a presto.

    Mamma che fatica: grazie!

    Lisa: benvenuta! Credo che chiarire le proprie posizioni su questi temi sia importante, non per fare una crociata pro o contro, ma per fissare qualche paletto su un terreno i cui confini sono in continua evoluzione. A presto

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Online dal 10 aprile 2009