giovedì 31 dicembre 2009

Come Zio Paperone e Indiana Jones

Le vacanze di Natale al mare possono riservare interessanti avventure archeo-minerarie, anche quando si resta in casa con i bambini e fuori piove.

Oggi, i due ometti, Re e Sol, si sono armati di mazzetta e scalpello e sono andati alla ricerca di pepite di pirite nascoste in un blocco di gesso, con lo spirito pionieristico di Zio Paperone durante la corsa all’oro nel Klondike.
La divertente ricerca si è svolta sotto lo sguardo di una Mi attenta, in braccio al papà, sempre pronta ad allungare le mani nella nuvola di polvere che ben presto si è formata, alla ricerca di qualche frammento di minerale luccicante.

Il risultato? Quattro pepite che sono state portate alla luce, scrostate e lavate per bene.

E, visto che le previsioni del tempo non promettono un gran che nei prossimi giorni, l’esperimento potrebbe ripetersi fra breve con una variante già sperimentata lo scorso anno: dopo uno stegosauro, ora abbiamo lo scheletro di un triceratopo da recuperare osso per osso, sempre con mazzetta e scalpello dal gesso, e ricostruire. Come Indiana Jones…

Buon anno a tutti!

lunedì 21 dicembre 2009

Tra abaca e zwinglismo

È quasi Natale, siamo tutti più buoni e più stressati e si avvicina la stagione dei bilanci anche per quest’anno.

Oggi, con circa venti centimetri di neve precipitati su Milano in poche ore, destinati ad aumentare, il mio buon proposito è trovare una parola sul vocabolario, fra abaca e zwinglismo, per sintetizzare il mio pensiero.

Il pensiero di chi vive in una città piena di gente che si sente dire dalla notte prima di non muovere l’auto, e quando esci di casa per portare i bambini a scuola, a piedi, vedi un incolonnamento ininterrotto di auto che neanche in occasione delle sfilate.

Il pensiero di chi vive in un paese in cui con il maltempo ti invitano a restare chiuso in casa, perché i disagi alla circolazione sono il meno che possa capitare. Un paese in cui l’idea che il servizio pubblico debba funzionare soprattutto quando le condizioni sono difficili dovrebbe essere ovvia, e invece sono l’operosità o la rassegnazione dei cittadini a far passare i problemi.

Il pensiero di quando, anche alla recita di Natale, ti accorgi che il diritto allo studio e la difesa dell’istruzione pubblica, e della qualità dell’istruzione in generale, sono solo parole, che agli insegnanti dei tuoi figli si dovrebbe fare un monumento, e che molta altra gente meriterebbe al massimo una pernacchia.

Il pensiero che ti attraversa il cervello quando hai l’auto che non usi mai sepolta sotto una coltre bianca, con la batteria scarica. Tu esci presto dal lavoro per fare in tempo, fra le altre cose, sotto la neve, ad andare in officina a prendere accordi col meccanico per resuscitarla in vista delle vacanze, e trovi la saracinesca abbassata senza spiegazione, venti minuti prima dell’ora di chiusura.

Il pensiero che con questo gelo c’è qualcuno che ha trascorso la giornata in ginocchio per terra chiedendo l’elemosina e dormirà all’aperto, e speriamo possa sopravvivere alla nottata, ché i buoi e gli asinelli, da queste parti, scarseggiano.

Sfogliando il Devoto-Oli non ho ancora trovato la parola giusta; mentre la cerco faccio tanti auguri a tutti, e se qualcuno avesse suggerimenti, sono bene accetti.

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Online dal 10 aprile 2009