venerdì 24 dicembre 2010

Stream of consciousness natalizio

Auster la chiamerebbe la musica del caso. Questa mattina, in strada prima delle sette per andare a mettermi in coda in una gastronomia per qualche acquisto natalizio senza perderci le ore, ho trovato una pioggia battente, un buio quasi notturno e pochi fari e pedoni a farmi compagnia.
La riproduzione casuale dell’iPhone e la scelta casuale di Guccini, però, mi hanno regalato una colonna sonora che a sceglierla apposta non si sarebbe potuto fare meglio: Canzone di notte n.2, Le piogge d’aprile, Quello che non, Scirocco.
Così, passeggiando sotto un ombrello nero e stanco di un anno faticoso, ho lasciato che i pensieri seguissero la musica, senza punteggiatura. E ho fatto bene.

ma dove sono andate quelle piogge d'aprile che in mezz'ora lavavano un'anima o una strada e lucidavano in fretta un pensiero o un cortile bucando la terra dura e nuova come una spada ma dove quelle piogge di primavera quando dormivi supina e se ti svegliavo ridevi poi piano facevi ridere anche me con i tuoi giochi lievi ma dove quelle estati senza fine senza sapere la parola nostalgia solo colore verde di ramarri e bambine e in bocca lo schioccare secco di epifania ma dove quelle stagioni smisurate quando ogni giorno figurava gli anni a venire e dove ogni autunno quando finiva l'estate trovavi la voglia precisa di ripartire che ci farai ora di questi giorni che canti dei dubbi quasi doverosi che ti sono sorti dei momenti svuotati ombre incalzanti di noi rimorti che ci potrai fare di quelle energie finite di tutte quelle frasi storiche da dopocena consumato per sempre il tempo di sole e ferite basta vivere appena basta vivere appena ed ora viviamo in questa stagione di mezzo spaccata e offesa da giorni agonizzanti e disperati lungo i quali anche i migliori si danno un prezzo e ti si seccano attorno i vecchi amori sciagurati dove senza più storia giriamo il mondo ricercando soltanto un momento sincero col desiderio inconscio di arrivare più in fondo per essere più vero ma dove sono andate quelle piogge d'aprile io qui le aspetto come uno schiaffo improvviso come un gesto un urlo o un umore sottile fino ad esserne intriso io chiedo che cadano ancora sul mio orizzonte angusto e avaro di queste voglie corsare per darmi un'occasione ladra un infinito un ponte per ricominciare

Ora, non ho desideri di rivoluzione o nuovi inizi, ma spero in un 2011 senza le brutture del 2010. Le piogge ci sono.
Buon Natale a tutti.

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Online dal 10 aprile 2009