domenica 31 ottobre 2010

Come ti vedono le donne

Non c’è solo Sex and the City a dare ai maschi moderni un’idea del rapporto uomo-donna visto dal lato femminile. Ci si è messo anche Philip Roth, con La macchia umana, in cui la professoressa Delphine Roux, giovane e brillante letterata francese, ovviamente single e attraente, a capo di un dipartimento dell’università statunitense di Athena, pone crudamente, da donna di successo di oggi, i termini della questione.

“[Delphine] Cerca cosa? Qualunque cosa, qualunque cosa tranne questi uomini di Athena: i ragazzi spiritosi, le vecchie signore effeminate, i timidi, tediosi maniaci della famiglia, i papà di professione, tutti così seri e così castrati. La disgusta che si compiacciano di sbrigare la metà dei lavori domestici. Intollerabile. –Sì, devo andare, devo dare il cambio a mia moglie. Devo cambiare tanti pannolini quanti ne cambia lei, sai-. Delphine si ritrae quando si vantano dell’aiuto che danno. Fatelo pure, d’accordo, ma non abbiate la volgarità di parlarne. Perché farvi ridere dietro come mariti al cinquanta per cento? Fatelo e tacete. In questa ripugnanza, Delphine è molto diversa dalle colleghe, che apprezzano questi uomini per la loro ‘sensibilità’. È in questo, nell’incensamento delle mogli, che consiste la ‘sensibilità’? – Oh, Sara Lee è una donna veramente straordinaria. Ha già pubblicato quattro articoli e mezzo…- Mister Sensibilità deve sempre parlare delle glorie di sua moglie. Mister Sensibilità non può parlare di una mostra al Grand Metropolitan senza sentire il dovere di premettere: - Sara Lee dice… - O portano la moglie alle stelle o cadono nel più assoluto silenzio. Il marito tace e diventa sempre più depresso, e questo lei non l’ha mai visto in nessun altro paese. Se Sara Lee è un’accademica che non riesce a trovare lavoro mentre suo marito, diciamo, stenta a tenersi attaccato al suo, lui preferirebbe perdere il lavoro che farle credere che a rimanere buggerata è lei. Ci sarebbe persino un certo orgoglio, se la situazione fosse rovesciata e a dover rimanere a casa non fosse lei, ma lui. Una francese, anche una femminista, troverebbe disgustoso un uomo simile. La donna francese è intelligente, è sexy, è davvero indipendente, e se lui parla più di lei, be’, dov’è il problema? Qual è il pomo della discordia? Non ‘Oh, hai notato com’è dominata da quel villanzone assetato di potere del marito?’ No, più la francese è donna, più vuole che l’uomo proietti il suo potere. Oh, come aveva sperato, arrivando ad Athena cinque anni prima, di poter incontrare un uomo meraviglioso che proiettasse il suo potere. E invece il grosso dei professori più giovani si compone di questi tipi domestici e castrati, poco stimolanti dal punto di vista intellettuale, pedestri, i mariti incensatori di Sara Lee che Delphine, per i suoi corrispondenti parigini, ha collocato spiritosamente nella categoria dei ‘Pannolini’”.

Se, come me, l’uomo apprezza sua moglie ed è reduce da una lunga serie di partite a scopa e rubamazzetto con tre bambini e le carte di Hello Kitty, la diagnosi è piuttosto semplice: sono un “pannolino” fatto e finito, allegro e soddisfatto. E per quanto non lo condivida e non possa influenzare le mie scelte di vita, mi incuriosisce il diverso punto di vista di altre persone.
Sono comunque aperto a suggerimenti sul modo migliore per proiettare il mio potere - con i tre bambini potrebbe tornare molto utile.

martedì 12 ottobre 2010

Percorsi di famiglia

Una domenica di quest’estate, il nonno, papà di Si bemolle, decide di salire, verso sera, in cima a un alto colle, per scattare fotografie alla cittadina e alla baia dove facciamo il bagno. Re ed io ci autoinvitiamo e ci aggreghiamo per la passeggiata su uno stretto sentiero roccioso.

Faccio un passo indietro. So che susciterò l’invidia di molti per questo, ma sono stato molto fortunato con i miei suoceri. La moglie te la scegli, i suoceri ti capitano. A me sono capitate due persone splendide, che mi vogliono un gran bene, ricambiati, che stimo molto e di cui mi fido. E che sono degli ottimi nonni – non chiediamo loro di fare i genitori dei bambini, né i baby-sitter, ma i nonni, un mestiere ormai desueto ma prezioso per mamma, papà e nipotini.

Partiamo. Le gambe di Re, che si stanno facendo lunghe, gli permettono di superare le asperità del terreno sconnesso, mentre guarda divertito il paesaggio sottostante, gli alberi e gli arbusti intorno, e raccoglie frammenti di ardesia da terra. È lontano il giorno in cui sono andato a riprenderlo dalla prima gita scolastica, in cui aveva contato le cadute lungo la passeggiata su un sentiero. Ogni tanto si ferma e vuole scattare anche lui qualche foto.

Io cammino dietro a Re, il nonno in testa fa strada. Osservo i profili di queste due persone, a due generazioni di distanza, muoversi. Oggi che ci ripenso, posso riconoscere l’importanza per Si bemolle e lo zio d’America di avere due genitori che nel tempo hanno saputo essere presenti, solidi senza essere dogmatici, e cambiare senza perdere la loro coerenza. E l’importanza dei nostri tre bambini che ci spingono a cambiare prospettiva e rimetterci in discussione un po’ ogni giorno.

I figli crescono e vedono in noi genitori un modello. Fra qualche anno, se vorranno, ci chiederanno conto non solo del modo in cui la loro mamma ed io li stiamo educando, ma anche di tutte le mie/nostre scelte personali che hanno un riflesso concreto sulle loro vite. Ne hanno tutto il diritto e, per quanto riguarda ciò che è successo fino adesso, le risposte sono pronte. Così come, a mio modo e a mia volta, anch’io ho potuto comprendere le ragioni dei comportamenti dei miei genitori.

Scopro il percorso verso il futuro della mia famiglia un passo alla volta, insieme alle persone che mi sono care. Con l’immagine di tre generazioni in marcia, la luce del tramonto ligure schermata dalle nubi, nonno avanti e nipote dietro, io in fondo, a recuperare una naturale posizione mediana in cui tuttavia non ero abituato a pensarmi, ad insegnarmi che a volte, per trovare certe strade, anche senza averle mai cercate prima, basta alzare lo sguardo sul sentiero, pochi metri più in là.

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Online dal 10 aprile 2009