domenica 12 aprile 2009

Preludio e fuga - Rispetto

Questi non sono giorni adatti per lasciarsi andare a sfoghi su piccinerie. Ciò a cui purtroppo stiamo assistendo in Abruzzo impone di rimettere in ordine le priorità e trattenere le lamentele. Ci mancherebbe altro. Dobbiamo tutti prendere esempio dalla dignità delle vittime del terremoto e ricordare, in questi giorni di festa da trascorrere in famiglia, quanto siamo fortunati.

Però, porterà la tragedia abruzzese ad una rivalutazione del valore dei gesti quotidiani, che si sta perdendo? Aiuterà a capire che la degenerazione nei comportamenti individuali causerà inevitabilmente il collasso della struttura che si chiama società, proprio come il terremoto?

Un paio di esempi.

Do minore accompagna a scuola il suo figlio maggiore. Ogni mattina, fra le 8.25 e le 8.30, il portone si apre e i bambini entrano nella scuola elementare.
Dotato di scarsa puntualità nella vita privata, Do minore talvolta costringe il piccolo a una veloce camminata per raggiungere la scuola in orario, perché la scuola è importante.

C’è sempre qualcuno in ritardo, che compare all’orizzonte stancamente quando gli altri genitori già si allontanano dalla scuola.

L‘aspetto sorprendente è la quantità di persone che portano i figli a scuola con un ritardo sistematico minimo di 10-15 minuti, li accompagnano fino in classe (cosa proibita salvo circostanze particolari), spesso lasciano l’auto in mezzo a un incrocio trafficato, sotto gli occhi di vigili stupefatti, insultandoli se provano a dire qualcosa, e si trattengono anche al bar per fare colazione!

Da buon 36enne cresciuto alla vecchia scuola, quella del rispetto per gli insegnanti e per le regole, Do minore si domanda come cresceranno questi bambini, che rischieranno di ignorare le elementari norme della convivenza civile, il valore di cose semplici, come una lezione che inizia in orario e un traffico scorrevole, ma conosceranno bene il proprio comodo.

Do minore si reca quindi in ufficio, a svolgere un lavoro che lo appassiona e che gli permette di valorizzare l’impegno di tanti anni di studio e lavoro. Un lavoro che lo mette in contatto con tante aziende in tutto il mondo e gli permette di conoscere, misurare e valutare chi lavori bene e chi meno.

Da un paio di anni, Do minore si scontra con una realtà in cui la misurazione e la trasparenza sono scomparse. In cui le informazioni sono nascoste, i fatti occultati o travisati. Così diventa quasi impossibile fare scattare i meccanismi virtuosi della selezione di mercato.

La gravità del problema non è la stessa ovunque, e l’Italia ovviamente non brilla, ma la situazione è seria dappertutto.
La grave crisi finanziaria, che potrebbe essere un’occasione per correggere le situazioni patologiche, rischia di diventare la giustificazione di interventi per tamponare problemi di breve periodo a scapito di un progresso diffuso nel lungo termine. Interventi che possono servire a perpetuare il potere e le posizioni di chi decide oggi e ci ha portato nelle sabbie mobili, travestiti da rimedi di cui beneficeranno le generazioni future.

Do minore ama impegnarsi in quello che fa, è sempre costruttivo, ma a volte è costretto a fermarsi, un po’ smarrito, a riordinare le idee.
Spera che la voglia di riscatto dell’Abruzzo sia uno stimolo per tutti noi.

2 commenti:

  1. parto da un solo pezzetto del tuo post.
    il parcheggio davanti a scuola:
    io munita di figlia mini vado a prendere la grande, parcheggio, anche a distanza, in-passeggino la mini e cammino il dovuto per arrivare alla scuola.
    passando nella doppia fila, in curva, dei genitori di elementari (e vabbè se piove, nevica o c'è l'invazione delle cavellette) e medie (dico medie - medie.
    soprattutto questi ultimi stanno a macchina accesa mentre attendono i pargoloni ...
    nella totale assoluta indifferenza dei carabinieri (la caserma è limitrofa alla scuola media) e le auto rendono difficoltosa l'uscita dalla caserma stessa, e dei vigili impegnati nella gestione delle strisce pedonali su cui transitano bimbi e familiari vari.

    anche loro impegnati a non assumersi la parte di responsabilità che compete loro, e ad insegnare ai ragazzi che la "trasgressione" è la regola ....

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  2. Monica: vedo che non sono l'unico a notare certe cose. Purtroppo non è una consolazione.

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Online dal 10 aprile 2009