Bollettino (semiserio, perché le cose gravi sono altre) dell’estate 2009.
Cronache di disservizi negli aeroporti, soprattutto con voli di una compagnia di cui abbiamo fatto bene a difendere a caro prezzo l’italianità, altrimenti, chissà, qualche volo sarebbe anche potuto partire pieno di passeggeri ma senza overbooking, in orario e con i bagagli recapitati a destinazione.
Notizie di aumenti del prezzo dei carburanti, tutti pienamente giustificati, a ridosso delle partenze per il grande esodo estivo.
Immagini di trenta chilometri di auto in coda sul passante di Mestre.
Soggetti vari, dotati di spiccato senso dell’umorismo, che nei telegiornali suggeriscono ai vacanzieri italiani, già psicologicamente preparati ad affrontare un’odissea per raggiungere l’agognata meta, di non partire sabato 8 agosto dalle 6 alle 14.
Ora, per fortuna io non sarò fra quanti si metteranno in marcia per le vacanze sabato, ma mi sembra veramente una presa in giro di cattivo gusto.
Quindi il colpo di genio, che purtroppo riguarderà anche me, della chiusura totale di un tratto autostradale della Milano-Genova (aperto, così, per dire, tutto inverno) dal 5 al 18 agosto. Senza parole.
Ovviamente, tutta questa qualità ed efficienza a fronte di pedaggi autostradali che aumentano ogni anno.
Al mare, in una nota località della Riviera ligure in cui le spiagge sono più vuote degli anni scorsi e in cui molti ristoratori e albergatori sembrano avere, una volta tanto, una ragione seria per lamentarsi, case e stabilimenti balneari hanno sempre prezzi altissimi e, anzi, si progettano nuove opere di edificazione ed espansione, sostenute da futuri aumenti.
Tutto ciò con infrastrutture, anche igieniche, vecchie di decenni, col risultato che per buona parte del mese di luglio l’acqua di un ampio tratto di mare non è stata balneabile. La cosa, però, non è stata pubblicizzata troppo, per non spaventare inopportunamente i turisti da spremere ben bene: tanto la Liguria è comoda per Milanesi e Torinesi, cosa volete che sia un banale problema di salute pubblica?
Anche in vacanza siamo vittime di situazioni con poche alternative: la famosa concorrenza che dovrebbe avvantaggiare i consumatori è una pia illusione nel paese dei monopolisti, dei cartelli, dei furbi e dei quindicimila euro l’anno di reddito dichiarati.
E se chi possiede case, o gestisce alberghi e impianti nelle località di villeggiatura, preferisce tenerli vuoti piuttosto che abbassare i prezzi, in barba a tutte le teorie economiche, una ragione ci sarà.
Se questo dev’essere l’effetto rilassante delle vacanze, l’autunno si preannuncia nervoso.
Sottoscrivo la prima parte e mi fermo sulla seconda. Mi stupisce la situazione della liguria, io la scorsa settimana a causa di un necessario e improvviso cambio di meta per le vacanze estive mi sono concentrata su Marche e Toscana. Non so quante mail e telefonate ho fatto per riuscire a trovare un posto in un residence per le ultime due settimane d'agosto. E' vero che si parla di agosto dove notoriamente la maggior parte delle persone è in ferie ma in strutture tre/quattro stelle era tutto al completo sulla costa e nell'immediato entroterra.
RispondiEliminaPerò non roviniamoci le vacanze con gli umori neri se no l'autunno davvero diventa insopportabile!
Renata: Il fatto di essere comodamente raggiungibile da Lombardia e Piemonte e anche da molte città dell'Emilia Romagna consente alla Liguria di essere in molti casi (anche se ci sono eccezioni) poco ospitale e di non preoccuparsi di competere su prezzo e qualità. Cosa che, invece, accade puntualmente nelle Marche e in Toscana. Non mi sorprende, quindi, che queste regioni siano affollate, mentre, dopo un anno di crisi, in Liguria si vedano più turisti "mordi e fuggi", nei weekend e nelle spiagge libere e meno famiglie a pranzo e cena nei ristoranti. Vedremo cosa succederà nelle due settimane centrali di agosto.
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