Simpatia. Ore 7 circa, vado a nuotare in piscina. Incrocio ragazzi e ragazze che corrono per strada e nei giardini. Sono veloci, sanno di avere poco tempo prima che la calura estiva diventi troppo opprimente. A un tratto, lo schiocco rumoroso di passi rapidi e pesanti alle mie spalle. Vengo superato da una ragazza che corre con scarpe alte, in pelle, dalla suola piatta e rigida come quelle da basket di una volta. Si muove in modo che mi pare più impacciato dei joggers abituali, sembra quasi una marciatrice, con quelle scarpone pesanti. Devono essere scomodissime per correre. Forse è alle prime armi?
Tristezza. Ore 8 circa. Centro. La giornata si preannuncia calda, l’afa già pesa, anche all’ombra. Un uomo dai capelli bianchi con un abito scuro esce dal portone di casa tenendo per mano due bambini. Forse gemelli? È di spalle e non capisco se sia un padre attempato o un nonno giovane. I bimbi sono piccoli. Uno indossa un completo, maglietta e calzoncini, azzurro, l’altro, giallo. Entrambi tengono sotto braccio un identico peluche. L’uomo si avvicina all’autista di una grande berlina nera e gli chiede di andare a raggiungerlo dopo 20 minuti all’ingresso di un asilo privato nelle vicinanze.
Terzo incomodo. Ore 13 circa. Uscire per il pranzo è come avventurarsi nel caldo umido di una foresta tropicale. Nelle vicinanze dell’ufficio, l’ombra scarseggia e qualunque meta sembra troppo lontana con questa temperatura. Nonostante il clima e la bassa stagione per questo genere di cose, Milano è attraversata da modelle che si aggirano con gli immancabili book e bottiglietta d’acqua. Qualcuna, più ardita, la sostituisce con una bibita energetica. Il grosso cambiamento – non so se culturale o legato al caldo che può avere dato alla testa – è nel rapporto con i muscolosi accompagnatori, che non sembrano più le guardie del corpo di un capo di stato. Sempre più spesso, le belle e i loro accompagnatori camminano abbracciati e si scambiano baci alla francese per strada e nelle piazze con un trasporto quasi imbarazzante. Starò invecchiando?
Fastidio. Ore 16. Esco per un appuntamento di lavoro. A volte mi capita di guardare i cartelloni pubblicitari, a volte le campagne pubblicitarie sono controverse, a volte ironiche, a volte volgari. Insomma, a volte mi piacciono, a volte no. In questi giorni, però, due slogan di una nota marca di abbigliamento casual, in milanese, mi hanno colpito, perché mi sembrano proprio il segno dei tempi. Non traduco. “El dutùr laùra, el stupid giùga al dutùr”, “El furb va a ciapà i rat, el stupid ciàpa la topa”. Forse sto proprio invecchiando.
Allegria. Verso le 20, tornando a casa, a un semaforo della circonvallazione interna vedo una centaura over 50. Moto fiammante rosso scuro metallizzato, casco rosso coordinato fiammante, gilet leggero in pelle rossa, capelli più sale che pepe che spuntano dal casco. È piuttosto in carne ed esibisce tatuaggi su molte delle parti esposte del corpo. La vedo ridere di una risata contagiosa con un’amica a bordo di un più urbano scooter, mentre la marmitta amplifica il rombo del motore. Sono decisamente vecchio dentro.
Bellissima l'immagine della centaura, sarei potuta essere io in una vita alternativa =)
RispondiElimina... sui manifesti non commento, mi sa che sto invecchiando anche io, hihihi!
Beh, tieni conto che sei pur sempre uno che viene da un altro millennio ;) Vengo nella metropoli, ogni tanto, e, sebbene sappia che i suoi abitanti la amano, la trovo estremamente faticosa e credo che sia molto difficile avere uno sguardo come il tuo sull'umanità quando si è sempre immersi in una realtà cosi' (chissà se mi sono spiegata...).
RispondiEliminaE poi, non pensi che ti sentirai molto piu' giovane appena sarai accanto alla tua famiglia :)?
Posso pronunciarmi a favore del padre attempato?
RispondiEliminaPer lo meno i piccoli li ha accompagnati a piedi dedicandogli qualche minuto in più di quanto avrebbe fatto portandoli in auto con l'autista...
ValeFulminata: complimenti! Io non riesco a immaginarmi centauro in quello stile nemmeno in un'altra vita ;-) Sui manifesti, mi fa piacere che siamo in due. Ciao.
RispondiEliminaLaura.ddd: bentornata. Penso di avere capito quello che intendi e ti ringrazio. Quanto alla famiglia, sono d'accordo: anzi, forse sono proprio i bagni di gioventù che, soprattutto nel weekend hanno l'impatto di una sauna finlandese, a provocare un invecchiamento accelerato quando rimango da solo a Milano.
Murasaki: In qualità di padre che porta i figli a scuola a piedi, il tuo pronunciamento è ben accetto (ma lo sarebbe in ogni caso). ;-) Però, a fine luglio con questo caldo, l'idea di uscire presto per andare all'asilo con il peluche... A presto
perchè in un luogo come Milano tutti sembra che rappresentino qualcosa e non che vivano?
RispondiEliminaAmanda: buona domanda. Sinceramente non so cosa risponderti. Ma non sarai un po' troppo severa? E poi, siamo sicuri che il problema sia solo di Milano o delle grandi città? Anche i centri più piccoli ci regalano fulgidi esempi di ordinate rappresentazioni di facciata che nascondono realtà squallide. Alla fine, in qualsiasi contesto, dipende sempre dalle persone essere autentiche. A presto.
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