lunedì 6 luglio 2009

Triste ma comodo

Ieri sera sono rientrato a Milano, dopo alcuni giorni di vacanza trascorsi al mare con la famiglia di note. Momenti utili a rilassare la mente, ma spesso faticosi dal punto di vista fisico.

Il trasferimento al mare è sempre impegnativo, sia perché la vita domestica va organizzata in una casa più piccola, sia perché le ore in spiaggia con tre bambini e i loro giochi, corse, bagni in mare, richiedono attenzioni costanti.

Ogni volta che ritorno a casa per le mie settimane estive da padre single, mi ricordo il commento di un vicino d’ombrellone, che ha descritto la condizione del papà solo in città come “triste, ma comoda”.

Anche quest’anno, in cui finalmente le mie vacanze assomigliano più a un riposo che a un lavoro, sarà così.
La mia famiglia mi manca tanto, ma il silenzio e l’ordine un po’ tristi di una casa spaziosa, per qualche settimana, si possono sopportare.
Mentre si può leggere o fare qualche esercizio di musica prima dell’ora della nanna. Oppure vedere qualche amico che, con i normali ritmi di vita, non si riuscirebbe a incontrare. O tirare tardi in ufficio senza creare problemi a casa.

La telefonata della buonanotte con Si bemolle è la conferma che il destino favorisce i padri che lavorano in città. Sarà la lontananza, saranno motivi diversi… ma alla fine contiamo sempre i giorni che ci separano dal weekend!

3 commenti:

  1. a volte contare i giorni serve anche a ridurre la fatica di star da soli coi pargoli e condividere di nuovo piaceri ma anche oneri.
    Condivido il triste ma comodo: se qualche anno fa propendevo più per il "comodo", ora di certo restare in città da solo (capiterà anche a me per una decina di giorni fra breve) mi fa molta "tristezza". E poi il mare è il mare è il mare!
    ciao

    RispondiElimina
  2. Ti rileggo dopo aver letto la versione di Si Bemolle.
    Mi avete riportato alle mie vacanza di bambina quando mia madre con i suoi tre marmocchi stava per un mese intero in montagna e il papà ci raggiungeva il sabato pomeriggio e le nostre telefonate dalla cabina del telefono pubblico perchè il cellulare non c'era ancora...Anche noi bambini aspettavamo con ansia l'arrivo del papà...
    Anche se in questo mese i pesi e le responsabilità sono divisi in modo diverso, il fatto che pensate l'uno all'altra in continuazione forse aiuta a sopportare meglio stanchezza e distanza per entrambi.

    RispondiElimina
  3. Desian, Renata: grazie. E' passato il giro di boa della settimana, appesantita anche dal nubifragio milanese (già, il mare è il mare). La distanza temporanea si sopporta, solo che, più passa il tempo e cresce la famiglia, più la casa vuota fa uno strano effetto. Di sicuro pensarsi e sentirsi, cosa per fortuna molto più facile oggi che in passato, aiuta. E fa aumentare la voglia di ritornare agli oneri piacevoli della vita del papà.

    RispondiElimina


________________
Online dal 10 aprile 2009