venerdì 1 aprile 2011

A volte ritornano: le stalle di Augia

Ogni tanto si leggono notizie più sorprendenti che deprimenti. Come questa, sulla presunta truffa delle vacche ottuagenarie, contro una vita media di circa otto anni, per contribuire a giustificare una produzione di latte che eccederebbe abbondantemente la capacità produttiva italiana. Una truffa che coinvolgerebbe un ente governativo e un’agenzia ministeriale.
Torna in mente la mitologia, la sesta fatica di Eracle, quella delle stalle di Augia, il re dell’Elide che aveva ricevuto in eredità dal padre un dono preziosissimo: armenti di origine divina, immuni dalle malattie. Queste mandrie di bovini sempre sani che si riproducevano non erano solo una grande ricchezza. Ben presto le stalle di Augia si ritrovarono invase dal letame, cosa molto sgradevole e malsana per gli abitanti dei dintorni, al punto che la luce del sole era oscurata dagli sciami di mosche attratti dalla sporcizia. La situazione divenne talmente grave che Eracle, sfidato a ripulire le stalle e il regno in un solo giorno, per riuscire a portare a compimento la fatica dovette addirittura deviare il corso di due fiumi, le cui acque impetuose lavarono stalle, scuderie e tutto il territorio circostante.
Le inchieste giudiziarie faranno luce sulle responsabilità del caso, su come sia possibile che ad un’agenzia governativa risultino esistenti 2.905.228 vacche contro i 1.668.156 capi di bestiame effettivamente verificati all’anagrafe.
Non ho idea di chi possa occuparsi di ripulire il nostro territorio da tutto ciò che lo inquina, però una mandria bovina quasi doppia rispetto alle dimensioni reali potrebbe essere una buona spiegazione per la puzza che sempre più spesso ci tocca sentire in questo paese…

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