“Papà, qual è il tuo colore preferito?”
“Papà, ti piace più il grigio o l’arancione?”
“Papà, preferisci il rosso o il nero?”
“Dipende. Mi piacciono tanti colori, ma dipende dall’oggetto e dall’occasione di cui stiamo parlando. Ad esempio, un abito grigio è molto bello ed elegante, mentre il cielo grigio è meno bello di un cielo azzurro.”
“No. L’arancione è il mio colore preferito, in tutti i casi.”
Quando penso al modo in cui gli adulti accettano di piegare metri e principi a seconda delle situazioni, talvolta fino al punto di diventare “utilizzatori finali” di una morale distorta, mi domando se non sarebbe opportuno ritornare, almeno in parte, alla visione del mondo spontanea e un po’ dogmatica dei bambini.
Il mio colore preferito è il rosso, in tutti i casi. Davvero dovremmo imparare a rispondere così senza mediazioni e compromessi.
RispondiEliminaRenata, è proprio vero. Credo sinceramente che la mia risposta non fosse fuori luogo. Però ci si accorge proprio di come, anche partendo da presupposti non sbagliati e con buone intenzioni, si possa arrivare a conseguenze indesiderate.
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