“[Delphine] Cerca cosa? Qualunque cosa, qualunque cosa tranne questi uomini di Athena: i ragazzi spiritosi, le vecchie signore effeminate, i timidi, tediosi maniaci della famiglia, i papà di professione, tutti così seri e così castrati. La disgusta che si compiacciano di sbrigare la metà dei lavori domestici. Intollerabile. –Sì, devo andare, devo dare il cambio a mia moglie. Devo cambiare tanti pannolini quanti ne cambia lei, sai-. Delphine si ritrae quando si vantano dell’aiuto che danno. Fatelo pure, d’accordo, ma non abbiate la volgarità di parlarne. Perché farvi ridere dietro come mariti al cinquanta per cento? Fatelo e tacete. In questa ripugnanza, Delphine è molto diversa dalle colleghe, che apprezzano questi uomini per la loro ‘sensibilità’. È in questo, nell’incensamento delle mogli, che consiste la ‘sensibilità’? – Oh, Sara Lee è una donna veramente straordinaria. Ha già pubblicato quattro articoli e mezzo…- Mister Sensibilità deve sempre parlare delle glorie di sua moglie. Mister Sensibilità non può parlare di una mostra al Grand Metropolitan senza sentire il dovere di premettere: - Sara Lee dice… - O portano la moglie alle stelle o cadono nel più assoluto silenzio. Il marito tace e diventa sempre più depresso, e questo lei non l’ha mai visto in nessun altro paese. Se Sara Lee è un’accademica che non riesce a trovare lavoro mentre suo marito, diciamo, stenta a tenersi attaccato al suo, lui preferirebbe perdere il lavoro che farle credere che a rimanere buggerata è lei. Ci sarebbe persino un certo orgoglio, se la situazione fosse rovesciata e a dover rimanere a casa non fosse lei, ma lui. Una francese, anche una femminista, troverebbe disgustoso un uomo simile. La donna francese è intelligente, è sexy, è davvero indipendente, e se lui parla più di lei, be’, dov’è il problema? Qual è il pomo della discordia? Non ‘Oh, hai notato com’è dominata da quel villanzone assetato di potere del marito?’ No, più la francese è donna, più vuole che l’uomo proietti il suo potere. Oh, come aveva sperato, arrivando ad Athena cinque anni prima, di poter incontrare un uomo meraviglioso che proiettasse il suo potere. E invece il grosso dei professori più giovani si compone di questi tipi domestici e castrati, poco stimolanti dal punto di vista intellettuale, pedestri, i mariti incensatori di Sara Lee che Delphine, per i suoi corrispondenti parigini, ha collocato spiritosamente nella categoria dei ‘Pannolini’”.
Se, come me, l’uomo apprezza sua moglie ed è reduce da una lunga serie di partite a scopa e rubamazzetto con tre bambini e le carte di Hello Kitty, la diagnosi è piuttosto semplice: sono un “pannolino” fatto e finito, allegro e soddisfatto. E per quanto non lo condivida e non possa influenzare le mie scelte di vita, mi incuriosisce il diverso punto di vista di altre persone.
Sono comunque aperto a suggerimenti sul modo migliore per proiettare il mio potere - con i tre bambini potrebbe tornare molto utile.